Fonte: n.d.
NOME: Lidia
COGNOME: Poët
NATA A: Traverse – frazione di Perrero (TO), il 26 agosto 1855
DECEDUTA A: Diano Marina (IM), il 25 febbraio 1949
Il suo nome è associato ad un evento importante: la prima donna a ricoprire la carica di avvocata in Italia, la prima ad essere ammessa nell’Ordine degli Avvocati.
Lidia Poët nasce a Traverse, ora frazione del piccolo comune di Perrero, in val Germanasca, da un’agiata famiglia valdese. Ancora adolescente si trasferisce a Pinerolo, e poi in Svizzera, dove consegue il diploma di maestra. Rimasta orfana di padre, la madre le permette di proseguire negli studi, cosa piuttosto rara all’epoca: Lidia si iscrive così prima alla facoltà di Medicina di Torino, per approdare poi a Giurisprudenza. Si laurea il 17 giugno 1881 a pieni voti con una tesi sul diritto di voto alle donne.
Dopo due anni di pratica legale, supera l’esame di abilitazione e presenta la domanda per essere iscritta all’albo degli Avvocati e dei procuratori legali. La ottiene, con 8 voti favorevoli e 4 contrari, ma le polemiche per la “novità” sono tali che il Procuratore Generale del Re impugna l’iscrizione della Poët davanti alla Corte d’Appello, la quale revoca l’iscrizione giudicando che “ne risulta evidente esser stato sempre nel concetto del legislatore che l’avvocheria fosse un ufficio esercibile soltanto da maschi e nel quale non dovevano punto immischiarsi le femmine“. Le motivazioni addotte sono al limite del ridicolo: “non occorre neppure far cenno del pericolo gravissimo a cui rimarrebbe esposta la magistratura di essere fatta più che mai segno agli strali del sospetto e della calunnia ogni qualvolta la bilancia della giustizia piegasse in favore della parte per la quale ha perorata un’avvocatessa leggiadra” – eppure anche la Cassazione, successivamente adita dalla Poët, conferma l’esclusione delle donne dall’avvocatura.
Lidia non può quindi esercitare a pieno titolo la sua professione: collabora con il fratello e si dimostra attiva soprattutto nella difesa dei diritti dei minori, degli emarginati e delle donne, sostenendo anche la causa del suffragio femminile. Per oltre trent’anni partecipa attivamente al Segretariato del Congresso Penitenziario Internazionale e al Consiglio Internazionale delle donne, ed è nominata dal Governo francese Officier d’Académie.
Dopo l’approvazione della legge n. 1126 del 1919 (nota come legge Sacchi) che ammetteva le donne all’esercizio delle libere professioni ed eliminava l’autorizzazione maritale, Lidia può finalmente, prima donna in Italia, iscriversi all’Ordine degli Avvocati di Torino: ha 65 anni. Due anni dopo, la prima avvocata italiana diventa anche la presidente del Comitato italiano per il voto alle donne, a sostegno del suffragio universale femminile.
Lidia Poët si spense il 25 febbraio del 1949, a Diano Marina, e venne sepolta nel cimitero di San Martino (Perrero). La città di Torino le ha dedicato il giardino davanti al tribunale.
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