Maria prese coscienza della realtà del fascismo quando il marito, con cui si sposò giovanissima, fu chiamato alle armi. Mentre nel Nord Italia si continuava a combattere, il Sud si trovava a gestire la penuria di generi alimentari e la leva forzata degli ultimi giovani rimasti, che cercavano in tutti in modi di sottrarsi al servizio militare.
La mattina del 4 gennaio del 1945, a Ragusa, Maria, all’età di ventitré anni, già sposata ed incinta di cinque mesi, si stende a terra, davanti un camion militare carico di giovani rastrellati da un quartiere popolare di Ragusa, con l’intento di agevolarne la fuga e la diserzione.
I soldati uccidono un sacrestano che cercava di proteggere un ragazzo dalla cattura e un giovane comunista che fuggiva dai militari. Scoppia un’insurrezione e i soldati cominciano a sparare sulla folla. Vennero erette barricate e interi quartieri, tra cui il celebre “La Russia”, furono occupati dagli insorti. Sul campo, secondo le cifre più modeste, morirono almeno 40 civili che si aggiunsero ai numerosi feriti e ai circa 300 arrestati.
Dopo giorni e giorni di violenti scontri, la rivolta è schiacciata con l’arrivo della Divisione Sabauda. Maria è l’unica donna condannata prima al confino (Ustica) e poi al carcere Benedettine di Palermo. Quando ritorna a Ragusa ha venticinque anni, una bambina che praticamente non ha mai visto ed un marito che si è ricostruito una vita con un’altra donna.
La famiglia ed i cittadini ragusani l’accolgono con astio e freddezza, considerandola una donna indegna perché troppo distante dalla tradizione che attribuiva alla donna un ruolo sottomesso. Decise allora di partire con la figlia e si spostò prima a Napoli, poi a Ravenna, a San Remo, a Roma e infine a Milano. In seguito si stabilì in Svizzera, dove scrisse la sua biografia: Una donna di Ragusa. Visitò in seguito altri stati stranieri fino a tornare a Roma nel 1973, dove continua la sua attività rivoluzionaria con articoli a carattere sociale e politico. Compone anche delle novelle, brevi spaccati di vite quotidiane nella profondità della terra siciliana, che entreranno a far parte della raccolta “Il carrubo ed altri racconti”, pubblicata postuma dalla Sellerio. Muore a Roma il 20 agosto 1996.