Fonte: n.d.
NOME: Laura
COGNOME: Bianchini
PSEUDONIMI: Penelope, Don Chisciotte, Battista
NATA A: Castenedolo (Bs), 23 agosto 1903
DECEDUTA A: Roma, 27 settembre 1983
Dire che Laura Bianchini è una delle 21 “Madri della Costituente” può forse già restituire l’importanza di questa figura nel panorama politico italiano.
Nata a Castenedolo, in provincia di Brescia, il 23 agosto 1903, da Domenico e Caterina Arici, in una famiglia di modeste condizioni, Laura studia e lavora, conseguendo prima il diploma magistrale e poi la laurea in Filosofia (1928) e in Pedagogia presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, discutendo nel 1932 con Paolo Rotta una tesi su La Natura nell’estetica idealista e nell’estetica cristiana.
Già il titolo della tesi ci aiuta a collocarla nel solco di quel cristianesimo sociale che affonda le sue radici in figure come Don Sturzo e Dossetti.
Paolo Giuntella, un illustre suo ex allievo, la ricorda così: “Era piuttosto scorbutica e scostante, burbera, ma sprizzava vita e intelligenza, passione politica, civile e cristiana da ogni poro”. Il suo amore per l’insegnamento si affianca all’attenzione per i temi sociali, ed entra a far parte della Fuci (Federazione universitaria cattolica italiana), coordinata a livello nazionale da Igino Righetti e da monsignor Giovanni Battista Montini, il futuro Paolo VI, nonché da Maria de Unterrichter, un’altra delle future costituenti. Fu proprio in questo contesto che Laura si avvicina all’antifascismo e, dopo l’8 settembre, alla Resistenza.
Aderisce alle Fiamme Verdi, formazione di ispirazione cattolica, e diventa redattrice del foglio clandestino “Il ribelle”, firmando i suoi articoli con gli pseudonimi Penelope, Don Chisciotte e Battista, una scelta diversa da quella di molte partigiane cattoliche che si ispiravano al culto di sante eroiche nella scelta dei nomi di battaglia.
Designata membro della Consulta Nazionale dalla Democrazia Cristiana, Laura Bianchini è fra le donne (13 in tutto) che per la prima volta in Italia entrano a far parte di un’assemblea parlamentare, con l’incarico di segretaria della Commissione Istruzione e Belle Arti.
Nel 1946 viene eletta nella Costituente, aderendo allo schieramento cristiano sociale di Dossetti. A Roma apre le porte della sua casa a politici e uomini di cultura, dando vita alla “Comunità del Porcellino” – pare che l’epiteto fosse affibbiato dalla Bianchini ai compagni nel corso delle discussioni più accese.
Dopo una sola legislatura, per ragioni che ancora attendono di essere delineate e chiarite, la Bianchini non venne più candidata dalla Dc bresciana. Tornò pertanto a dedicarsi per i vent’anni successivi all’insegnamento al liceo Virgilio di Roma, città in cui si spense a ottant’anni, il 27 settembre del 1983.
Cerca un altro comune o un’altra donna di cui vorresti conoscere la biografia. Se il Comune non c’è ancora puoi aiutarci a trovare #almenouna donna di riferimento!