NOME: Teresa
COGNOME: Vergalli
NOME DI BATTAGLIA: Annuska
NATA A: Bibbiano (RE), l’11 ottobre 1927
DECEDUTA A: vivente
Il modo migliore per raccontare la vita di Teresa Vergalli è riportare quanto scrive lei stessa sul suo blog. Nasce a Bibbiano (RE) nell’ottobre del 1927 da famiglia contadina. Il padre Prospero, combattente della prima guerra mondiale, fu perseguitato per il suo impegno di antifascista e di cooperatore in agricoltura. Nella sua prima infanzia, a soli cinque anni, Teresa, nel giorno stesso della nascita di suo fratello, ha assistito all’arresto di suo padre che tornerà solo dopo sette mesi, amnistiato per il decennale del 1933.
All’inizio della guerra, 1941, Teresa studia alle Magistrali a Reggio e nel 1943, all’8 settembre, è pronta ad aiutare suo padre che già organizza la resistenza e i CLN. Soltanto nel febbraio del 1944, entra a pieno titolo nella lotta, quando cioè non può più frequentare la scuola a causa della guerra, e quando riesce a vincere la resistenza dei genitori preoccupati per la sua giovane età.
Tutta la sua famiglia, padre, madre e anche il fratello dodicenne, è al centro di una intensissima attività di organizzazione, sabotaggio, reclutamento, approvvigionamento per le formazioni armate di pianura e di montagna. Teresa inizia come staffetta a percorrere tutta la zona a sud della via Emilia non solo per portare messaggi o documenti , ma per accompagnare dirigenti e responsabili militari della provincia ed anche dell’Italia del Nord. A lei non ancora diciassettenne, è affidata la vita e la sicurezza di quelle persone che la seguono in bicicletta e si affidano alla sua intuizione e alla sua prudenza. Nel luglio e agosto del 1944 si trova in montagna, dove sfugge insieme alle formazioni partigiane al terribile rastrellamento tedesco. Poi di nuovo in pianura ad affiancare le Squadre e ad organizzare i Gruppi di difesa delle donne per la Resistenza e per l’emancipazione. Dal marzo del 1945 ancora in montagna, 144^ Brigata Garibaldi, staffetta tra i distaccamenti e impegnata in comizi e riunioni per l’educazione democratica della popolazione e degli stessi partigiani.
Alla liberazione riprende a studiare da sola per recuperare i due anni che le mancano al diploma e ci riesce presentandosi a Parma, istituto e professori sconosciuti, perchè ha un mese di tempo in più per prepararsi.
L’entusiasmo della conquistata democrazia la porta di nuovo nella lotta politica, nell’organizzazione dell’ Unione Donne Italiane e poi dell’Associazione delle ragazze. In questo contesto incontra a capo dell’organizzazione del Fronte della Gioventù, Claudio Truffi, che sposerà nel giugno del 1948 e seguirà a Novara, dove il giovane è chiamato con incarichi nel Partito Comunista. A lei viene affidata la redazione del settimanale provinciale “La Lotta”, organo della Federazione del PCI. In seguito occupa incarichi nelle organizzazioni femminili, in un territorio che si estendeva dalle risaie al Monte Rosa, cioè comprendeva anche l’attuale provincia di Verbania.
Per quindici anni, in collaborazione con gli operatori culturali del comune di Roma, e in particolare con la dottoressa Alberta Campitelli, attua programmi sperimentali sulla storia attraverso la conoscenza dei beni archeologici e artistici del territorio e della città.
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